La nebulosa è il resto dell’esplosione di una supernova che apparve in cielo nel 1054, rendendosi visibile anche in pieno giorno. In prossimità del centro di questa nebulosa si trova ciò che resta della stella esplosa. Si tratta di una Pulsar, ossia una stella di neutroni molto piccola e compatta (circa 30 Km di diametro) che ruota vorticosamente emettendo un fascio di luce alla strabiliante frequenza di 30 volte al secondo.
La Nebulosa Granchio (nota anche come Nebulosa del Granchio o con le sigle di catalogo M1 e NGC 1952) è un resto di supernova visibile nella costellazione del Toro. Scoperta nel 1731 da John Bevis, la nebulosa è il primo oggetto del catalogo di oggetti astronomici pubblicato da Charles Messier nel 1774.
La nebulosa, oggi vasta più di sei anni luce, è formata dai gas in espansione espulsi durante l’esplosione della Supernova 1054; i gas si stanno espandendo alla velocità di 1500 km/s e possiedono una massa totale di circa 4,6±1,8 masse solari. La supernova che la produsse fu osservata per la prima volta il 4 luglio 1054 e venne registrata dagli astronomi cinesi e arabi dell’epoca; la sua luminosità era tale che la magnitudine apparente dell’evento fu compresa tra −7 e −4,5, tale da renderla visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità apparente di Venere. La Nebulosa Granchio si trova a circa 6500 al dal sistema solare; perciò l’evento che l’ha prodotta è in realtà avvenuto 6 500 anni prima del 1054, cioè circa nel 5400 a.C.
Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri che ruota vorticosamente emettendo un fascio di luce alla strabiliante frequenza di 30 volte al secondo.
Scoperta nel 1968 fu la prima osservazione di un’associazione tra pulsar e resti di supernova, una scoperta fondamentale per l’interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.